martedì 31 luglio 2012

Donne che si amano


Potrei esordire dicendo che in estate ci troviamo a fare i conti con il nostro corpo e il nostro aspetto fisico, ma non la penso esattamente così. Credo che sia un pallino che bene o male (in genere male) ci portiamo dietro tutto l’anno. Poi ovviamente quando puoi andare in giro tutta imbacuccata riesci a passarci sopra, ma il problema è comunque presente, è solo coperto dal cappotto.
In effetti sono pochissime le donne che amano il proprio corpo e ancora meno quelle che ammettono di amarlo. La prassi è quella di affermare pubblicamente di essere grasse, avere la cellulite, la pancia, le cosce, i kg di troppo... aspettandosi di essere smentite. “Sono enorme, dovrei perdere 10 kg!” - “Ma no! Stai benissimo! E allora io che dovrei dire?”: classica scenetta tra donne.
Il problema di fondo è che abbiamo una forte difficoltà ad accettare (e ancor più ad amare!) il nostro corpo, e una profonda paura di non essere accettati dagli altri.
E’ vero, c’è sicuramente l’infulenza dei media nel creare un modello da seguire: in questi ultimi anni per esempio ci dicono che dobbiamo essere scheletriche. In effetti molti uomini amano le forme e le rotondità, ma ormai ci siamo totalmente immedesimate nella parte: dovremmo pesare 10 kg di meno (qualsiasi sia il nostro peso). Anche i negozi di abbigliamento fanno la loro parte: quando vuoi comprare qualcosa e trovi solo taglie anoressiche, per forza di cose ti senti una cicciabomba. Se porti più della 42 sei out.
Tutto questo però non si limita a un fattore meramente estetico: ha un’infinità di implicazioni da non sottovalutare. Accettare il proprio corpo per le sue forme e le sue caratteristiche è fondamentale a livello psicologico. E’ importante per la nostra autostima, per il rapporto con noi stesse e con gli altri, per la nostra sessualità.
E’ importante prenderci cura di noi e del nostro fisico, ma allo stesso tempo non deve diventare un’ossessione e tantomeno motivo di complessi. Dovremmo prenderci cura di noi non per cambiarci o per adattarci al mondo circostante, ma perché ci amiamo. Non è importante il peso o la taglia. E’ importante ricreare un dialogo con noi stesse.
Dovremmo abituarci a guardarci allo specchio, non in cerca di difetti o di correzioni da fare, ma per conoscerci e prendere confidenza con noi stesse e con il nostro corpo.
Proviamo a metterci davanti allo specchio, completamente nude, osservandoci e dicendo cosa ci piace di noi. Non soffermiamoci su ciò che vorremmo cambiare, non andiamo subito in cerca di difetti, non ci fa bene. Guardiamoci il viso, il collo, le spalle, e via via tutto il corpo. Accarezziamoci. E’ il nostro corpo, è un dono meraviglioso, ci ha accompagnate in tutti questi anni e lo farà ancora per lungo tempo. Dobbiamo essere fiere di noi. Dovremmo sentirci fortunate, piacerci, sceglierci ogni giorno.


lunedì 30 luglio 2012

Porci con le ali e nostre difficoltà

Mi piace prendere spunto da libri e articoli per le mie riflessioni. E così leggendo un'intervista a Lidia Ravera, mi è tornato in mente un capolavoro: Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti. L’opera, scritta nel 1976, fece scandalo per il linguaggio esplicito con cui si affrontavano temi quali la sessualità e l’omosessualità. la copertina non è da meno, disegnata da Pablo Echaurren, è anch’essa all’altezza del libro che riveste.
Quindi, con l’intento di trarne qualche spunto interessante, ho ripreso questo libro dallo scaffale. Devo dire che tenere in mano questa vecchia edizione, se pur non la prima originale, suscita una certa emozione. Le pagine un po’ ingiallite, il profumo, il prezzo di duemiladuecento lire: è una sensazione che unisce corpo, mente e anima.
Così ho iniziato a sfogliarlo, fino a ritrovarmi a leggerlo per intero e a decidere che non sarebbe stato un semplice spunto, ma sarebbe diventato l’argomento. Perché in realtà di spunti ne offre in continuazione, in ogni pagina, e voglio riportare qui solo un paio di passaggi, che mi hanno colpito di più in questo momento. Scelta del tutto personale, non credo siano i più significativi del libro, ma oggi lo sono per me.

(...) poi mi infilavo le mani nelle mutandine, rapida rapida, con un occhio alla porta e le orecchie così tese che sentivo fischiare le scale. Era un grande spavento. E la mano poi me la sarei tagliata, ma era bello, una grande felicità bagnata, strappata, un urletto soffocato. Adesso, anche se sono sola è come se fossi in mezzo alla gente: mi viene da ridere. Cioè non è che mi viene da ridere, rido perché non sono mai sola, c’è sempre qualcuno, qualche maledetto coglione che mi giudica.

- A me ogni tanto mi sembra di vivere solo per piacere agli uomini, perché se non mi scelgono, se non mi scelgono sempre, mi viene una specie di paura di morire...
- Però sai che capita anche a me. Ho una paura tremenda di essere rifiutato o respinto o non so cos’altro.

A me ogni tanto vengono in mente cose truci, tipo sbatterla sul letto-strapparle le mutande-infilargielo al culo facendola urlare. Mi vergogno moltissimo di queste pensate da giornaletto porno, però stanno lì lo stesso.

E da qui siamo liberi di riflettere, o meno, su ciò che preferiamo, su ciò che ci ha colpiti di più. Magari sul senso di colpa, sul giudizio degli altri, sulla paura di non essere accettati. E sull’infinità di dinamiche e implicazioni che spesso ci impediscono di vivere serenamente la nostra esistenza e la nostra sessualità.







"Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti" Rocco e Antonia (VI edizione)



venerdì 27 luglio 2012

Sesso anale tra piacere e tabù

Quella del sesso anale è una questione un po’ controversa: è amato e odiato per tanti motivi.
Il 25% delle donne ammette di aver provato il sesso anale, e solo il 10% afferma di apprezzarlo veramente.
Partiamo sempre dal presupposto che non c’è una scelta giusta o sbagliata, ma che la miglior scelta è quella di provare e di fare solo ciò che ci fa sentire a nostro agio.
I fattori che suscitano interesse per questa pratica sono molteplici. Innanzitutto l’ano è una zona molto sensibile la cui stimolazione può essere fonte di grande piacere. ll sesso anale permette alla donna di sentire una penetrazione molto profonda e di provare un insieme di sensazioni che coinvolgono sia il clitoride che la vagina. Quando anche queste parti vengono stimolate correttamente, il piacere della donna può essere tale da provocare un orgasmo profondo.
Oltre al piacere fisico, c’è da aggiungere che sia per gli uomini che per le donne il sesso anale può costituire un ottimo diversivo rispetto al sesso convenzionale.
Negli anni 50 il celebre e clamoroso rapporto Kinsey stabilì che la zona anale aveva un’implicazione erotica per circa la metà della popolazione americana di allora.
Allo stesso tempo le cause per cui molte donne rifiutano assolutamente il sesso anale sono principalmente due: la paura di sentire dolore e il fatto di considerarla una pratica degradante. C’è da dire che con con un partner attento entrambe queste convinzioni potrebbero subire un’inversione.
Per quanto riguarda il dolore è fondamentale cominciare con una buona lubrificazione perché, al contrario della vagina, l’ano non si lubrifica naturalmente. E’ preferibile usare un lubrificante a base di acqua, evitando prodotti come la vaselina, lubrificante grasso che può intasare le pareti del retto e risultare troppo appiccicoso.
In secondo luogo, è importante che la penetrazione venga fatta dolcemente, si può iniziare per esempio accarezzando l’ano.
Per sfatare molti tabù e reticenze riguardo al sesso anale, il prof. Jack Morin, ricercatore e sessuologo autore di "Anal Pleasure and Health: A Guide for Men and Women", sostiene innanzitutto che la penetrazione anale è la forma meno praticata di sesso anale: ci sono infatti molti modi di ricavare piacere erotico dall'ano. Alcune delle tecniche più comuni sono il toccare l'apertura anale con un dito durante la masturbazione, lo stimolare l'ano del partner durante il rapporto sessuale o durante il sesso orale. Inoltre ci rassicura affermando che la stimolazione anale, compresa la penetrazione, non è dolorosa se fatta correttamente: con sufficiente lubrificante e pazienza è possibile godere del sesso anale come parte di una vita sessuale sana e soddisfacente. Infine assicura che la stimolazione anale può portare all'orgasmo.
In conclusione, credo che nessuno debba sentirsi per alcun motivo obbligato a praticarlo, ma allo stesso tempo è importante sfatare alcuni falsi miti in proposito. Resta sempre il fatto che provare non significa dover poi continuare.



La copertina del libro "Anal Pleasure and Health: A Guide for Men and Women", del sessuologo Jack Morin

giovedì 26 luglio 2012

Il vibratore fa bene alla salute (e non solo!)


Immaginate una moltitudine di donne che riferiscono sintomi quali pianto, malinconia, irritabilità. Come le curerebbe un medico? Il dottor Dalrymple è convinto che la causa di tali sintomi risieda nella repressione sessuale e decide di curarle con una terapia scandalosamente efficace: il "massaggio manuale" sotto le gonne delle sue pazienti. Visti gli ottimi risultati ottenuti, un altro medico, il dottor Mortimer Granville, decide di affinare la tecnica e ispirandosi al progetto di un nuovo spolverino elettrico, inventa il vibratore.
E’ la trama del film “Hysteria”, versione romanzata dell’invenzione del primo vibratore elettromeccanico.
La tesi non è poi così bizzarra e lontana dalla realtà e, dati scientifici alla mano, i benefici dell’uso del vibratore sono certamente molteplici.
La produzione di impulsi di ampiezza e frequenza variabili aumentano l'eccitazione e contrastano la latenza dell'orgasmo nelle donne, risultando pertanto efficaci anche nei casi di anorgasmia e disturbi del desiderio sessuale. (E’ il risultato dello studio del Centro per la Promozione della Salute Sessuale dell'Indiana University pubblicato sul Journal of Sexual Medicine)
Un’altra ricerca rivela che l’83% delle donne che utilizza un vibratore lo usa per la stimolazione del clitoride e anche in questo caso le conseguenze positive sono molteplici favorendo la capacita' di eccitazione, il raggiungimento dell'orgasmo, lalubrificazione e una maggiore propensione a farsi visitare dal ginecologo regolarmente.
Quindi è ora di sfatare questo mito: il vibratore (e i sex toys in genere) non è un triste ripiego da utilizzare in mancanza di un uomo, ma uno strumento di piacere, assolutamente personale, che ogni donna dovrebbe concedersi. E può essere anche un ottimo modo per ravvivare un po’ la coppia, usandolo insieme al proprio partner o raccontandogli di quando lo usiamo da sole.
Il vibratore ci permette di concentrarci esclusivamente sul nostro piacere, di conoscere meglio cosa ci eccita e come ci piace essere stimolate.
Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti: grandi, piccoli, colorati, da borsetta, con i brillantini: possiamo davvero sbizzarrirci nella scelta.
Una novità per esempio è “Ohmibod”, un vibratore che funziona collegandolo al lettore mp3 e che si sincronizza con il ritmo della musica! E allora... let’s dance! :-)

“Ohmibod”, il vibratore che si collega all’I-pod e segue il ritmo della musica

Locandina del film “Hysteria”, divertente commedia sull’invenzione del vibratore

mercoledì 25 luglio 2012

Alla ricerca del punto G


Esiste davvero il punto G? E se esiste, dove si trova?
La parola agli esperti: il punto G
esiste eccome, e sappiamo dov’è: si trova 3 o 4 centimetri sopra la parete anteriore della vagina.
Nel 1982 fu annunciata al pubblico la sua esistenza con la pubblicazione di “Punto G”.
Il dubbio sulla sua esistenza ed eventuale collocazione certamente ha comunque continuato ad essere alimentato dal fatto che non tutte le donne ce l’hanno, e in altre è talmente minuto da non produrrre alcun effetto. Ma allo stesso tempo ci sono donne in cui invece è ben innervato e vascolarizzato, rispondendo così in modo molto potente alla stimolazione.
Spesso la difficoltà risiede proprio nel riuscire a localizzarlo. Il sistema più facile, come suggerisce la dottoressa Beverly Whipple (co-autrice di “Punto G”), è aspettare di essere sufficientemente eccitate in modo che il sangue affluisca e ne provochi l’ingrossamento. A questo punto accovacciatevi (o sdraiatevi) e inserite uno o due dita nella vagina tenendo il palmo della mano rivolto verso l’alto. Successivamente piegate leggermente le dita andando così a toccare la parte anteriore della vagina a circa 4 cm di profondità: è un’area molto sensibile caratterizzata da una forma a cupola tondeggiante.
Per quanto riguarda la stimolazione, è necessario un movimento analogo a quello usato per indicare a una persona di avvicinarsi, trovando il giusto equilibrio tra vigore e delicatezza, a seconda della sensibilità soggettiva.
La stimolazione del punto G può avvenire anche durante il coito: sia con la donna sopra (tenendo la schiena inarcata), sia con la penetrazione da dietro, oppure anche di fianco. Ma soprattutto nella seguente posizione (vedi figura in basso): l’uomo sta in ginocchio, la donna si sdraia supina e poggia i talloni sulle spalle o sul petto di lui, e sollevando ulteriormente i fianchi può aumentare la spinta in direzione del punto G.
Il piacere che si prova con la stimolazione del punto G è diverso da quello del clitoride. Molte donne riferiscono di avvertire inizialmente lo stimolo di urinare, ma questa sensazione, se si continua la stimolazione, diminuisce automaticamente, provocando, in poco tempo, un piacere molto intenso fino al raggiungimento dell’orgasmo e talvolta a vere e proprie eiaculazioni.
Pronte a cercare? ;-)

Immagini tratte da internet
Posizione che favorisce la stimolazione del punto G

martedì 24 luglio 2012

Fallo felice (e fatti felice) con il sesso orale

Quest’estate sotto all’ombrellone ho letto: “Fallo felice” :-) E’ uno dei libri di Linda Lou Paget e raccoglie il materiale dei seminari dell’autrice, durante i quali  ha dissolto dubbi e perplessità, insegnando anche qualche simpatico trucchetto, a centinaia di donne americane. Nel libro c’è un’intera sezione dedicata al sesso orale e devo dire che questa lettura mi ha portato a vedere questa pratica da un’ottica diversa.
In effetti acquisire conoscenze e trucchi per rendere il sesso orale ancora più appagante per l’uomo, fa sì che anche noi ne traiamo maggiore piacere ed eccitazione. Sì perché riuscire a stupire il proprio partner può farci davvero sentire le regine del mondo! ;-) Non sono moltissime le donne che provano piacere nel fare sesso orale, spesso lo fanno solo per “compiacere” l’uomo, senza però trarne alcun beneficio per sé, oppure non lo fanno affatto.
La chiave sta principalmente nell’uscire dallo stereotipo dell’azione meccanica, come poi in tutto ciò che riguarda il sesso. Provare, sperimentare e giocare con movimenti diversi, con piccoli accorgimenti e anche con l’atmosfera, fa sì che il tutto diventi molto più intrigante e soprattutto coinvolgente per entrambi. Più che considerarla una concessione che facciamo all’uomo, possiamo viverla come un momento di forte complicità della coppia in cui siamo noi a condurre il gioco. Possiamo aumentare il desiderio creando una trepidante attesa, non andando subito al dunque: non concentriamoci sull’atto in sé (che può durare pochi minuti) e divertiamoci a creare la giusta atmosfera.
Possiamo sbizzarrirci con la lingerie perché non dimentichiamoci che siamo noi le protagoniste. E soprattutto possiamo accarezzare, massaggiare e baciare il nostro partner in ogni parte del corpo prima di arrivare al dunque.
Mentre inziamo a praticare il sesso orale possiamo continuare a toccare e accarezzare l’uomo sul petto, sull’interno coscia e, se vogliamo proprio farlo impazzire, massaggiargli la zona perineale.
Un altro “segreto” è guardare il partner negli occhi, “guardando ogni tanto in su, verso il vostro amante, gli comunicherete quale piacere ricaviate voi dal dare piacere a lui. Capirà che non solo state facendo qualcosa che vi piace (il che lo farà impazzire), ma che ne avete il controllo totale, cosa che lo farà sentire rilassato e sicuro”.
Anche qui è tutta questione di testa: se vivremo la situazione come piacevole anche per noi, lo trasmetteremo al nostro partner e sarà tutto più passionale e coinvolgente. La complicità rende tutto più travolgente. Vivere il sesso orale da protagoniste contribuisce a creare situazioni eccitanti anche per noi.
Enjoy your life!



Nell’immagine la copertina del libro “Fallo felice” di Linda Lou Paget

lunedì 23 luglio 2012

Ménage à trois? Basta che funzioni

Il ménage à trois non ha niente a che fare con l’antico triangolo in cui la terza persona era l’amante (mal)celato di uno dei due partner. Parliamo piuttosto di una libera e consenziente relazione a tre. L’abbiamo vista in molti film, ma sembra che stia prendendo sempre più piede anche nella realtà. Melinda Martinez, psicoterapeura americana, sostiene che questo tipo di accordi sia sempre esistito, ma che prima fossero ammessi soltanto per gli artisti e per i ricchi annoiati. Ora invece sembra sia stato sdoganato anche tra i comuni mortali.
L’ingresso di una terza persona nella vita di una coppia può avere in realtà due risvolti che vanno poco d’accordo tra loro. Da una parte c’è il rischio che l’arrivo di un nuovo partner porti uno degli altri due a essere messo (o sentirsi messo) in secondo piano, creando così gelosie e dissapori. D’altra parte c’è la possibilità che questo arrivo sia invece vissuto come una accattivante novità, capace di portare una ventata di eccitazione nella coppia. A determinare verso quale di questi due possibili risvolti porterà il rapporto è, a mio avviso, lo spirito con cui si intraprende questa esperienza e sicuramente ad avere l’ultima parola sarà il grado di complicità che c’è nella coppia nel prendere questa decisione.
Di certo la sempre crescente frequenza dei divorzi fa interrogare ancora una volta su quanto sia funzionale il modello di coppia tradizionale.
A proposito di cinema, mi viene in mente il film di Woody Allen “Basta che funzioni” (che consiglio vivamente a tutti). E’ una storia che parla di vita in tutte le sue sfaccettature e sfumature, ma qui voglio solo ricordare la storia di un personaggio secondario, Marietta, che io ho trovato esilarante. E’ una figura che adoro: madre della co-protagonista, è una donna bigotta che passa il proprio tempo pregando e leggendo la Bibbia, e che ha insegnato alla propria figlia che il sesso è qualcosa di sporco. Ma appena arrivata a New York si converte alla gioia liberatoria del sesso: diventa un’artista d’avanguardia del Village, famosa per i suoi collage di nudo, e si lancia con disinvoltura in un ménage à trois con il suo talent-scout e con il suo gallerista.
E noi spettatori, affascinati da questa trasformazione liberatoria, da questa rinascita, non staremo a sentenziare se le sue scelte siano giuste o sbagliate perché, proprio come recita il film: Qualunque amore riusciate a dare e ad avere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni”.

Enjoy your life!



Nell’immagine il ménage à trois di Marietta nel film “Basta che funzioni” di Woody Allen











Nell’immagine il ménage à trois di Penelope Cruz, Javier Bardem e Scarlett Johansson nel film “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen

venerdì 20 luglio 2012

Il sesso che mi scandalizza

Ho appena letto un articolo che mi ha lasciata senza parole. Fatti e parole che già conoscevo, ma ogni volta (per fortuna) mi scandalizzo come la prima volta. Ogni anno 3 milioni di persone viaggiano per turismo sessuale (dati dell’Organizzazione mondiale del turismo). Turismo sessuale non vuol dire intraprendere un viaggio sperando di trovare qualche avventura erotica di una notte. Non stiamo parlando di un ragazzo single che parte con i suoi amici per Ibiza e si prepara alle notti brave in discoteca. Niente di tutto questo. Stiamo parlando di uomini che pagano per le prestazioni sessuali di una minorenne o di un bambino. Mostri? Sì, ma mostri travestiti da “uomini perbene”. Uomini tra i 20 e i 40 anni, sposati, fidanzati, commercialisti, avvocati, impiegati, disposti a portarsi a letto un bambino per 5 euro. Rabbrividisco solo nel riportare questi dati. Ma apriamo gli occhi: non sono degli zombie che girano per le nostre città sporchi di sangue e con gli occhi di fuori. No, sono mariti, fidanzati, vicini di casa, colleghi di ufficio. Quei rispettabili uomini in giacca e cravatta o con la t-shirt firmata o semplici e buoni come pezzi di pane che si scandalizzano se passa una donna con i tacchi a spillo. Il mio non è un attacco agli uomini in quanto sesso maschile, anzi, non dobbiamo dimenticare che anche le donne in questo ambito hanno iniziato a darsi da fare. Signore che partono per paesi caraibici o africani ansiose di pagare in cambio di una notte di sesso con un ragazzo, talvolta minorenne. Non starò qui a parlare di prostituzione (che non vedo come problema in sé, ma come sintomo di ben altri problemi socio-culturali), ma voglio soffermarmi sullo sfruttamento di bambini e bambine che dovrebbero piuttosto pensare a giocare in spiaggia. Parliamo di 3 milioni di persone che non si fanno scrupoli di alcun genere. Una agghiacciante classifica in cui gli italiani sono al quarto posto nel mondo. Parliamo di 15000 bambine coinvolte nella prostituzione a Malindi. E’ questo il sesso che mi scandalizza, mi fa rabbrividire, mi fa sentire impotente. E noi ci scandalizziamo se vediamo una donna che compra un vibratore. Evviva la coerenza.



giovedì 19 luglio 2012

Cenerentola si dà al sesso estremo

Parte da “Cinquanta sfumature di grigio” e poi attraversa il nero per arrivare al rosso la trilogia di romanzi erotici che sta facendo letteralmente impazzire le donne di tutto il mondo.
Io ho comprato il primo libro per puro caso, avevo letto del suo grande successo e mi ispiravano il titolo e la copertina. Appena ho iniziato a leggerlo sono entrata a far parte anche io di quelle donne entusiaste, e in men che non si dica ho divorato le sue 550 pagine, per poi passare al secondo libro e al terzo.

Di cosa si tratta effettivamente? Di un romanzo (anzi tre) erotico, che racconta una relazione improntata sulle pratiche sadomaso. E cos’è che piace tanto alle lettrici? Siamo davvero così inclini e interessate alla pratica del sadomaso? Direi proprio di no. Mi sembra un'equazione che non regge. L'enorme successo di Romanzo Criminale non ha fatto sì che andassimo tutti in giro armati di pistola a conquistare Roma (anche se qualcuno di noi ha trovato almeno per un attimo l'idea molto stuzzicante). Quindi chi ha pensato che il fatto che a molte donne piaccia un romanzo in cui i protagonisti praticano il sadomaso significa che si stiano avvicinando a questa pratica, forse ha pensato poco. Risposta sbagliata, ritenta e sarai più fortunato. Come osserva Lidia Ravera (che esordì alla scrittura con “Porci con le ali”, romanzo che fece scandalo per il linguaggio e i contenuti espliciti) il successo di questa trilogia non è dovuto alle minuziose descrizioni delle pratiche sessuali, bensì all’idea geniale di coniugare il sesso estremo con la favola di Cenerentola. Non è forse allettante l'idea di Cenerentola che dopo tutte le sue peripezie fa sesso estremo con il principe azzurro?Sesso più romanticismo più fiaba. Questi sarebbero gli ingredienti che hanno reso questo cocktail un successo mondiale.
Io aggiungerei che lo trovo molto ben scritto. Descrive in modo accurato non solo vicende e situazioni, ma anche gli stati d’animo, portandoti a vivere emotivamente le esperienze narrate. Racconta il
dissidio interiore, l'eterna lotta tra gli insegnamenti che ci impongono dei limiti, ci dicono quali sono i comportamenti sbagliati, e ciò che invece inaspettatamente ci piace. La lotta tra retaggio culturale e istinto, passione, piacere del corpo. 

Ha inoltre il giusto ritmo, che crea curiosità, interesse e ti fa divorare il libro.
E’ un romanzo erotico? Sì, certamente lo è. Ma non è una semplice narrazione di atti e situazioni erotiche, trovo piuttosto che sia una storia di grande passione, di uno strano amore, in cui eros e sentimento viaggiano insieme. E il risultato è una lettura affascinante, coinvolgente, a tratti sconvolgente, ed estremamente eccitante. Ebbene sì, perché risveglia l’animo, ma anche ogni singola cellula del corpo. Ti fa sentira viva: sentimentalmente, fisicamente e sessualmente.
Consiglio di leggerlo la sera, qualche pagina prima di andare a dormire, e se riuscirete a chiudere il libro quando avete ancora qualche energia... il vostro partner apprezzerà gli effetti afrodisiaci della lettura. E vi regalerà anche il secondo e il terzo libro! ;-)

Enjoy your life


Nell'immagine la trilogia della scrittrice esordiente E.L.James

mercoledì 18 luglio 2012

Esercizi per la vagina


Prendo spunto da un articolo letto tempo fa su Repubblica in cui si parlava di come potenziare i muscoli della vagina per favorire l’orgasmo. In effetti avevo già letto di alcuni semplici esercizi che si possono fare quotidianamente e mi aveva colpito la testimonianza di donne che sostenevano di avere ottenuto in questo modo un notevole miglioramento nella vita sessuale, provando orgasmi più frequenti e profondi.
Va detto che ovviamente l’orgasmo non può aver luogo se non è preceduto da un’eccitazione fisica e mentale nella donna, su questo non ci sono dubbi. Ma partendo dal presupposto che il nostro problema non sia l’eccitazione, è constatato che un potenziamento dei muscoli pelvici, che si contraggono appunto al momento dell’orgasmo, possa sicuramente favorirlo.
Muscoli vaginali tonici e forti sono tra i maggiori responsabili dell’intensità delle sensazioni provate durante il rapporto sessuale, ma trattandosi di muscoli che tendono a rilassarsi, è facile che questa tonicità vada diminuendo.
Ma c’è una soluzione anche per questo!
Ci sono
semplici esercizi che migliorano la tonicità delle pareti vaginali, che trovandosi così più a intimo contatto con il pene durante il rapporto faranno sì che aumenti il piacere sia nella donna che nell'uomo.
L’esercizio più semplice per individuare ed allenare questo muscolo è quello di interrompere il flusso di urina per qualche secondo durante la minzione. Si possono eseguire a tal proposito 3 serie da 5 ripetizioni della durata di 3 secondi ciascuna.
Un’altra tecnica, molto famosa, è l’esercizio di Kegel, che aiuta a rassodare l’intero orifizio vaginale. Si svolge così:
- Mettetevi supine, ginocchia piegate, piante dei piedi a terra
- Posate una mano sul pavimento e l’altra sull’addome
- Contraete e sollevate la regione tra la vagina e l’ano, comprimendo i muscoli verso l’interno
- inspirate ed espirate mentre contraete e rilasciate i muscoli
- potete verificare la tensione inserendo un dito nella vagina per circa cinque centimetri e contraendo il muscolo come se voleste fermare il flusso di urina.
Potete fare questo esercizio quotidianamente, preferibilmente più volte al giorno.
Una volta individuato bene il muscolo da contrarre, potete eseguire l’esercizio anche da sedute, e trattandosi un movimento molto discreto che non dà nell'occhio, potete farlo mentre siete bloccate in mezzo al traffico nella vostra auto, mentre guardate la tv o quando siete sedute alla scrivania in ufficio. E allora, buon allenamento! ;-)Enjoy your life!



Nell’immagine Valerie Tasso, scrittrice francese, autrice di “Diario di una ninfomane”, “Antimanuale del sesso”, “L’altro lato del sesso”. Chissà che durante lo scatto non stesse facendo l’esercizio di Kegel? ;-)

martedì 17 luglio 2012

Quando cala il desiderio

Sono andata a rileggere l’articolo del sessuologo Fabrizio Quattrini (Conoscete la trasmissione “Sex Therapy”?) che abbiamo pubblicato su “Psicologia & benessere” proprio sul calo del desiderio. Il suo articolo mi era sembrato molto interessante, infatti ho trovato diversi spunti e rileggendolo mi sono venute in mente altre piccole chicche e suggerimenti letti qua e là nel tempo.
Ritengo che questo sia un argomento che prima o poi interessi un po’ tutti, ma per fortuna a tutto c’è rimedio, quindi l’importante è non arrendersi! ;-)
Spesso è un problema che si presenta nei rapporti di lunga durata, ma può anche riguardare dei periodi, fasi della vita, momenti. In effetti i fattori che possono provocarlo o quantomeno avere un’influenza sono molteplici e possono essere sia individuali che relazionali. Magari ci troviamo a vivere un momento di particolare stress sul lavoro, di stanchezza fisica, di insoddisfazione personale, oppure non ci sentiamo a nostro agio con il nostro corpo. A me è capitata anche la fortuna di vivere tutte queste cose contemporaneamente! ;-) Oppure c’è qualcosa che non va nella coppia, magari ci si dà ormai troppo per scontati, si scivola nella monotonia, non si hanno gli stessi desideri o gli stessi tempi. Insomma i fattori che possono intaccare la libido sono molteplici, ma in questo non dobbiamo sentirci rassegnate, anzi. Vorrei intanto precisare che secondo me dei brevi periodi di scarso desiderio siano fisiologici, soprattutto nella donna, e quindi non dovremmo farne un dramma e tantomeno provare dei sensi di colpa. E’ comprovato infatti che nelle donne ci sia una certa discontinuità nel desiderio, dovuta a variazioni fisiologiche e psicologiche legate al ciclo mestruale, alla gravidanza e alla menopausa.
Se invece la mancanza di desiderio non dipende semplicemente dalla discontinuità fisiologica, ma è una situazione più stabile e duratura, anche in questo caso non c’è da scoraggiarsi perché possiamo fare qualcosa per affrontare la situazione. Il segreto spesso sta nel
sapersi rimettere in gioco, non lasciarsi sopraffare dalla monotonia, dalla noia, dalla ripetizione meccanica di gesti e rituali. Impariamo a cambiare, sperimentare, giocare. Una buona idea può essere quella di condividere dei momenti di relax con il partner: possiamo fare un doccia insieme, un bagno, un massaggio. Dedicarci insieme a un’attività rilassante per il nostro corpo ci aiuta ad allentare le tensioni fisiche e mentali, a ritrovare una certa complicità e a rimetterci in contatto con il nostro corpo e con quello del partner, senza il pensiero di dover necessariamente fare sesso. Un altro modo per riavvicinarsi in questo senso è quello di accarezzarsi reciprocamente in modo dolce e delicato, lentamente, lungo tutto il corpo, senza concentrarsi sui genitali.
Se ci si sente particolarmente inghiottiti dalla routine e dalle preoccupazioni della vita quotidiana, un’idea carina è quella di darsi un appuntamento, magari una volta a settimana, in cui dedicarsi esclusivamente alla coppia, potrebbe trattarsi di una cenetta romantica in cui non si trascuri nessun dettaglio, dalle candele all’abbigliamento. Leggevo di una coppia che una volta a settimana organizzava una cena a lume di candela a casa completamente nudi! E di un’altra che una volta al mese andava a cena nel ristorante del lo
ro primo incontro! Diamo spazio alla fantasia e tutto sarà più giocoso e complice. E voi avete qualche idea o suggerimento? ;-)

Enjoy your life!



domenica 15 luglio 2012

Tantra

Quando si dice “Tantra” molta gente pensa subito a Sting e alle sue sbandierate performance sessuali. E chiunque conosca almeno un pochino il mondo del Tantra probabilmente trova questa associazione svilente.
Il Tantra è natura, leggerezza e profondità, è un fluire di energia, è fusione di corpo e anima, e soprattutto la percezione del tempo cessa di esistere.
Prima di scrivere questo post ho ripreso un libro di Osho: “I segreti del Tantra”. Rileggerne alcuni passi mi ha trasmesso una tale serenità... mi sono sentita leggera e innamorata. Inaspettatamente avvolta in un velo leggero di semplicità. L’avevo preso solo per una veloce consultazione, per prendere qualche spunto, e invece mi ha catturato, ancora una volta, e mi ha portato con sé.
Il Tantra invita a prendere la vita con naturalezza, a non essere falsi e a non indossare maschere, con gli altri e soprattutto con se stessi. “Sii reale, sii autentico con te stesso”. E il sesso non solo è vissuto come qualcosa di naturale, ma è anche considerato una grande possibilità, e allora perché non usarla? Il Tantra insegna a conoscere il sesso e a raggiungere le potenzialità più profonde. E così dimentichi il tempo, perché sei totalmente concentrato nel presente e ti lasci andare a una fusione con il partner, ritrovando la tua spontaneità: sei parte della natura. E’ così che raggiungi l’estasi.
Il Tantra ci insegna a procedere senza fretta, assaporando il sesso con lentezza, come se stessimo facendo una passeggiata al mattino. Non c’è alcuna fretta di arrivare, proprio come durante una passeggiata non dobbiamo arrivare da nessuna parte,
ci godiamo il cammino, non abbiamo una meta. L’unica cosa da fare è rilassarsi, sentire il nostro corpo e quello del partner,  la nostra energia. Il Tantra invita a vivere il sesso come un gioco, a respirare lentamente e profondamente, a usare il corpo dimenticando la mente. Nel sesso non c’è nulla a cui pensare, ora possiamo finalmente e semplicemente sentire. Sentire il calore, l’energia, l’amore. Galleggiare senza tensioni.
Non c’è performance, non c’è meta, né giudizio, c’è un semplice e meraviglioso lasciarsi andare.
Enjoy your life!


Nell’immagine Ginevra e il libro di Osho: “I segreti del Tantra”

sabato 14 luglio 2012

Nudi e felici

Quello del naturismo è un mondo davvero tutto particolare: ci si ritrova a sentirsi a proprio agio in situazioni a dir poco insolite e bizzarre. Quando si sta in un ambiente in cui adulti, bambini, anziani, palestrati, cicciottelli, insomma proprio tutti girano tranquillamente nudi e in perfetta sintonia con il proprio corpo, viene subito una gran voglia di seguire il flusso e lasciarsi trasportare da questa insolita atmosfera di naturalezza. La prima cosa che ho notato è che si dimenticano i difetti fisici. Innanzitutto non saremo così ingenui da pensare che con un costume possiamo meglio camuffare le nostre rotondità o qualche imperfezione, quindi nudi o in costume il nostro corpo non apparirà più o meno snello, sodo, giovane. Inoltre negli ambienti naturisti c’è generalmente un rapporto con il corpo e con la nudità che fa sì che si perda gran parte della competizione, dello sguardo critico e della morbosità con cui si osserverebbe un capezzolo piuttosto che un gluteo che fa capolino inavvertitamente dal costume. Qui viene a mancare la malizia del vedo-non-vedo e si ha solo una gran voglia di libertà. Per dar sfogo all’esibizionismo e al protagonismo, per chi ne sentisse l’esigenza, bisogna aspettare la sera, allora sì che abiti succinti e tacchi a spillo possono davvero attirare l’attenzione e provocare le reazioni più disparate. Ma di giorno, quando sei in spiaggia, in piscina, o quando possibile al supermercato, completamente nudo, circondato da persone perfettamente a proprio agio nella loro nudità, vedrai che nessuno si soffermerà a guardarti i genitali, né il seno, né la cellulite. Fare il bagno nudi, prendere il sole integrale, passeggiare senza vestiti ti fa sentire davvero a contatto con il mondo, con l’aria, la terra, il sole, il vento. E non c’è tempo per le paranoie legate a qualche kiletto di troppo. A volte in città ci si sente a disagio semplicemente indossando una minigonna o una scollatura un po’ più generose del solito, infatti gli sguardi insistenti non sempre sono lusinghieri, spesso è proprio in questi casi che ti senti “nuda”, ma nel senso più imbarazzante del termine. Nell’ambiente naturista ti senti libera e padrona del mondo perché camminando senza vestiti hai la consapevolezza che nessuno si lancerà in apprezzamenti inopportuni o molestie.
Per provare queste sensazioni ci sono diversi posti in Italia e nel mondo: ci sono spiagge libere, spiagge attrezzate, resort di medio e alto livello, campeggi, villaggi e intere località come Cape d’Agde, in Francia, con 2 km di spiaggia, numerosi ristoranti, locali, negozi, hotel, tutto interamente naturista. E così ti ritrovi a chiedere un’indicazione o a comprare una bibita dimenticandoti di essere completamente nudo! ;-)
Enjoy your life!


Immagine tratta dal film francese "Nudisti per caso" di Frank Landron

venerdì 13 luglio 2012

Sexy shop tra meraviglia e squallore

Devo dire che l’Italia non è molto all’avanguardia per quanto riguarda i sexy shop. Nelle altre grandi città come New York, Londra e Parigi ci sono sexy shop anche molto eleganti, con belle vetrine, la porta spalancata, commessi (uomini e donne) gentili e professionali. Entri per semplice curiosità e dopo una prima occhiata ti viene già voglia di comprare qualcosa. E dopo aver fatto un giro di perlustrazione, ti sembra proprio un peccato uscirne a mani vuote!
A New York per esempio uno dei più famosi è “Toys in Babeland”: una meravigliosa e fornitissima boutique sul sesso.
Da noi invece si tratta spesso (per fortuna non sempre) di negozi frequentati solo da uomini, molto poco curati, spesso poco puliti, non molto forniti e tutti barricati che incutono quasi timore ad entrarci. Diciamo che nella maggior parte dei casi non si prestano molto a suggerire nuove fantasie, quindi sono forse più indicati se si ha già un’idea chiara e si sta cercando qualcosa di specifico. E così, pur vivendo in Italia, mi rendo conto di averne visitati molti più all’estero che nella mia città, ma prima di scrivere su questo argomento ho voluto documentarmi ancora un po’ ed ho iniziato facendo una veloce ricerca su internet. In effetti i negozi di Roma più pubblicizzati e con un sito internet si contano sulla punta delle dita. Un paio di questi li conoscevo e devo dire che non meritano affatto di essere visitati: entrando lì rischiate davvero il calo del desiderio! ;-) Ce n’era un altro molto pubblicizzato, così ho deciso di andare a dare un’occhiata: peggio che andar di notte... giusto il tempo di entrare: “Buonasera” e subito dopo: “Arrivederci”!
Fino ad ora a Roma ne ho trovato solo uno carino e molto curato, ma comunque piccolino ed è soprattutto un fetish shop.

Un’altra realtà in espansione in questo ambito sono i sexy shop automatici: negozi aperti 24 ore su 24, totalmente self-service, senza commessi. La curiosità è donna, così sono andata a visitarne uno! ;-) In effetti si tratta di un piccolo negozio (una stanzetta) su strada, a cui si può accedere inserendo la tessera sanitaria perché vietato ai minori. All’interno ci sono alcuni distributori automatici: uno con i videotapes, un altro con dildo e sex toys, un altro con profilattici e lubrificanti. Ovviamente non c’è modo di vedere i prodotti al di fuori delle confezioni, né di avere informazioni in merito. E’ tutto molto freddo e soprattutto, almeno in quello che ho visto io, i prodotti si limitano al minimo indispensabile, della serie: sono le due di notte, mi “serve” un vibratore, vado al self-sevice! :-)
In alternativa ci sono sempre i siti internet di vendita per corrispondenza, che possono rappresentare un buon compromesso e assicurano massima discrezione nel pacco che verrà recapitato: in parole povere non rischierete che vostra madre, piuttosto che il portinaio, legga a caratteri cubitali: VIBRATORE! :-)

Enjoy your life!



Nell’immagine, tratta dal film “Il favoloso mondo di Amélie”, il sexy shop in cui lavorava Nino il ragazzo di cui lei si innamora.