giovedì 28 febbraio 2013

Sesso & cucina



Il mondo sembra aver riscoperto improvvisamente l’arte culinaria: su qualsiasi canale televisivo si avvicendano programmi di cucina, le edicole e librerie sono sommerse di ogni tipo di pubblicazione in merito. Io non ho mai amato molto cucinare e sono rimasta immune a questa ondata... salvo poi farmi totalmente travolgere dal ciclone MasterChef! Anche se devo ammettere che è un tipo di programma che più che arricchire le mie doti culinarie, ha arricchito il mio vocabolario e così anche io non resisto al fascino di espressioni quali “impiattare”, “mappaSSone” e “io muoRo”! ;-)
Ma cosa c’entra tutto questo con il sesso? A parte il fatto che a me almeno uno dei tre giudici fa mooooolto sesso? Ebbene, sesso & cucina sono un’accoppiata perfetta! Tanto per cominciare leggevo tempo fa che sta imperversando la “Cooking Therapy”, basata proprio sulla convinzione che condividere la passione per la cucina fa molto bene alla coppia. Ovviamente avendo salvato il suddetto articolo chissà dove, ho dovuto cercarlo di nuovo su Google e digitando “Sesso Cook Therapy” il sig. Google mi ha chiesto: “Forse cercavi cock therapy?”, ma di questo magari parleremo un’altra volta! :-)
Comunque al di là delle proprietà (affatto comprovate) afrodisiache di alcuni alimenti, cucina e sesso vanno molto d’accordo... e non mi riferisco solo al fatto di fare sesso IN cucina, che ha comunque un suo perché! Cucinare insieme al proprio partner, se affrontato con lo spirito giusto e soprattutto con la giusta dose di complicità, può rivelarsi un’esperienza sensuale ed erotica, un incontro nell’esaltazione del gusto, assaggiando insieme il cibo, sentendo i profumi e lasciandosi trasportare dal coinvolgimento di tutti i sensi. E a quel punto, anche se dovesse venir fuori un mappaSSone, va bene lo stesso! ;-)





mercoledì 27 febbraio 2013

Le donne in gamba fanno paura

"Nei secoli l’uomo ha condizionato la donna a pensare che lui sia potente e che lei non lo sia. In tutti i modi ha cercato di trovare una donna che gli sia inferiore in tutto. Un uomo non vuole essere sposato con una donna che sia più istruita di lui, perché in quel caso è in gioco il potere. Non vuole sposare una donna più alta di lui, perché una donna più alta sembra superiore. Non vuole sposare una donna troppo intellettuale, perché discuterebbe e la discussione può distruggere il potere. Un uomo non vuole una donna famosa perché lui avrebbe un ruolo subalterno. E per secoli l’uomo ha voluto una donna più giovane di lui. Come mai? Perché tua moglie non può essere più vecchia di te? Cosa c’è di sbagliato? Solo questo: una donna più vecchia ha più esperienza, questo distrugge il tuo potere”. Queste parole, per di più pronunciate da un uomo, hanno destato non poco il mio interesse. L’uomo in questione è Osho, il libro da cui le ho tratte è “Con te e senza di te”.
Non mi piace generalizzare e so che, per fortuna, non tutti gli uomini rientrano in questa analisi, ma parliamo di un fenomeno sociale che, ci piaccia o no, è stato molto diffuso in passato e lo è in larga parte ancora oggi.
Conosco personalmente alcune donne molto forti, determinate, con idee piuttosto chiare su cosa vogliono e sui loro valori e ideali, e queste stesse donne, ahimé, sono spesso quelle meno “corteggiate”, tanto per usare un termine d’altri tempi. Certamente non tutti, ma molti uomini sono spaventati da donne così. Spesso si arriva a dire che in questo modo le donne perdano la loro femminilità e questo rientra perfettamente in un quadro in cui lo stereotipo di donna è visto come un essere frivolo, poco pensante, accondiscendente. Io credo che la femminilità sia ben altro e la si possa esprimere in mille modi, senza rinunciare alla propria materia gigia, né alla propria determinazione. Non a caso di una persona determinata si dice che “ha le palle”, e non a caso io ho scelto la meno colorita espressione “in gamba”. O lasciando stare palle e gambe, ancor più mi piace parlare di donne con la D maiuscola, donne vere, che sono sempre le mie preferite. E per cento uomini che si spaventano, ce ne sarà uno (da qualche parte!!!!!! ;-)) che si innamorerà proprio per questo. Teniamoci stretta la nostra determinazione, il nostro coraggio, la nostra forza, senza mai rinunciare a noi stesse, senza scendere a inutili compromessi e soprattutto senza farci inghiottire dal vortice di falsi stereotipi. Femminilità e dignità possono e devono andare d’accordo ;-)



venerdì 15 febbraio 2013

Tempi di recupero e (lunghe) attese

Ieri un’amica mi ha suggerito un argomento da trattare: i tempi di recupero dopo l’orgasmo. Ora voglio premettere che oltre a ciò che ho studiato e letto nei libri ed articoli nel tempo, spesso prima di affrontare un argomento faccio qualche ricerca su internet per trovare nuovi spunti, qualche dato o magari un recente studio. Ieri durante questa ricerca online non ho trovato niente di più di quanto non sapessi già, ma una scoperta interessante l’ho fatta: esiste un sito che si chiama “Pene in forma”! ;-)
Dunque, tornando a noi, una cosa è certa: la fase “refrattaria” che segue l’orgasmo può avere per gli uomini una durata molto variabile, diciamo da pochi minuti a diverse ore, e questo dipende da molteplici fattori. Innanzitutto varia da persona a persona e anche a seconda delle situazioni: ho letto per esempio la testimonianza di un uomo che con la moglie ha un periodo refrattario molto lungo, mentre con l’amante “riparte” subito! Vera o no, è sicuramente molto credibile. Un altro aspetto che può sicuramente incidere è l’età: non c’è una regola fissa o una tabella età/durata, il legame non è così rigoroso, ma quello che possiamo dire è che generalmente il rapporto è direttamente proporzionale: aumentano gli anni, aumenta il tempo di recupero. Quindi se al vostro partner, quando l’avete conosciuto, bastavano pochi secondi per riprendersi, oggi, magari dopo 20 anni di matrimonio, siate clementi con lui, e soprattutto un po’ più pazienti! Approfittate della pausa per farvi qualche coccola... oppure leggetevi un libro, guardatevi un film, fate le pulizie di casa... e poi si riparte! ;-)


lunedì 11 febbraio 2013

Una persona speciale

C’è una persona davvero speciale, che ti sta vicino da quando sei nata. Ha condiviso con te tutti i momenti più importanti della tua vita, da quelli profondamente dolorosi alle immense gioie. Qualche volta ti ha deluso, ma tante altre ha dimostrato di essere davvero in gamba. Ha alternato momenti di grande coraggio a inevitabili momenti di fragilità. Qualche volta ti ha criticato, altre volte ti ha giudicato, ma è sempre rimasta con te e non si è mai tirata indietro. E’ una persona unica, non c’è nessun altro al mondo come lei, è davvero speciale. Ovviamente sto parlando di TE. Non smettere mai di amarti per quello che sei.


giovedì 7 febbraio 2013

Donne inseguite dal tempo

Abbiamo un po’ tutti paura del trascorrere del tempo, di invecchiare e di tutto ciò che comporta, e forse nelle donne è ancora più difficile che per gli uomini. In primis c’è la consapevolezza che dopo una certa età non potremo avere figli e questo per alcune di noi può rappresentare davvero una spada di Damocle. Un certo periodo della nostra vita rischia di diventare una corsa contro il tempo per trovare il compagno giusto, aspettare che anche lui desideri un figlio, provare ad averlo, imbatterci in tanti possibili problemi fisici o psicologici che possono rendere il tutto ancora più complicato. Ok, prendiamo fiato, mi è venuto l’affanno già solo scrivendo queste cose. Viverle a volte si rivela un vero inferno.
Ma anche quando un figlio lo abbiamo già, oppure non lo desideriamo, la strada è comunque impervia. La rughe, la pelle che invecchia, i primi capelli bianchi, i fianchi si allargano... un giorno ci guardiamo allo specchio e non siamo più quelle ragazzine che facevano di tutto per sembrare più grandi, no, ora siamo donne in lotta contro il tempo. Le reazioni sono delle più disparate, c’è chi si affanna con diete e palestra, chi ricorre alla chirurgia estetica (c’è anche chi ci prende gusto e ne abusa, diventando la caricatura di se stessa), che chi inizia a vestirsi e truccarsi come la propria figlia adolescente. Allo stesso tempo c’è chi si lascia andare, chi dopo il matrimonio, o soprattutto dopo la gravidanza, non si sente più donna ma semplicemente mamma, chi si trascura perdendo ogni tratto della propria femminilità.
Già, è proprio difficile trovare il proprio equilibrio e soprattutto sentirsi in pace con il proprio corpo. Penso che quello a cui dovremmo puntare, più che a labbra botulinate e ventre piatto, sia un corpo con cui non sentirci in conflitto. Accettare la nostra età, la nostra conformazione, le nostre forme e il passare del tempo, e accompagnarlo con gentilezza prendendoci cura di noi. E’ importante continuare sempre a sentirci donne desiderabili, ma la difficoltà è non scivolare nell’accanimento, arrivare a guardarsi allo specchio e riconoscerci in noi stesse.



lunedì 4 febbraio 2013

I sogni degli altri lasciamoli agli altri

Che brutta bestia le aspettative... soprattutto quelle degli altri. Senza rendercene conto passiamo gran parte della nostra vita seguendo aspettative e progetti di altri! Dai genitori, agli insegnanti, ai fidanzati, mariti, parenti, amici vicini e lontani, ognuno ha la propria idea su cosa dovremmo fare, su chi dovremmo essere. E così ci ritroviamo a temere i pranzi di famiglia perché sono l’occasione perfetta per domande tipo: “Quando ti laurei? - Quando ti sposi? - Quando ci dai un bel nipotino?”, eccetera eccetera all’infinito. Beh, io direi che il primo passo sia capire quali di queste cose sono veramente importanti anche per noi. Magari non ci interessa niente della laurea, abbiamo fatto altre scelte in ambito professionale. Magari non vogliamo figli (Le donne senza figli non sono mostri e non mangiano i bambini).
Magari non vogliamo sposarci, o almeno non per ora. Oppure sì, è quello che vogliamo ma non a tutti i costi. Cioè il nostro fine ultimo non è il matrimonio in sé: un uomo da sposare magari lo troveremmo anche facilmente, no? Non buttiamoci via! ;-) Il nostro fine è un matrimonio felice con un uomo che amiamo e allora piuttosto che accontentarci del primo che capita, preferiamo aspettare, proteggiamo il nostro sogno. Certo dobbiamo anche coltivarlo questo sogno e fare del nostro meglio, senza accanimento, per accoglierlo. Ma la cosa più importante è non passare la propria vita inseguendo sogni di altri. Io credo che se avessimo questa consapevolezza ci sarebbero meno corsi di laurea lasciati a metà o portati a termine senza alcun interesse, meno matrimoni infelici, meno figli indesiderati, meno infelicità. Perché poi a un certo punto la consapevolezza arriva e più è tardi più è difficile cambiare rotta. Ma mai impossibile. Non stanchiamoci mai di far valere le nostre idee, i nostri sogni, anche se questa a volte può rappresentare la strada più impervia, di certo ne vale la pena. E allora... pronte a lottare? ;-)