martedì 23 ottobre 2012

L'autopalpazione del seno



Si vede che sono vicina agli ANTA perché mi soffermo sempre più spesso sul tema della prevenzione! ;-) Tra un po’ di tempo sarà il caso anche di iniziare ad affrontare il poliedrico mondo della menopausa... ma facciamo un passo alla volta.
Sottolineo ancora una volta che è indispensabile per ogni donna fare un controllo dal ginecologo almeno una volta l’anno a scopo preventivo. Oltre a ciò, è consigliabile, soprattutto dall’età di 40 anni (ops!!), effettuare un’autopalpazione del seno, in modo da avere un ulteriore strumento di prevenzione che in caso di dubbi può indurci ad anticipare il controllo ginecologico. L’autopalpazione del seno non può in alcun modo sostituire la visita del ginecologo, ma può sicuramente essere un’importante risorsa in più.
E’ importante per una donna conoscere le caratteristiche del proprio seno in modo da poterne notare eventuali cambiamenti. E’ fondamentale comunque non vivere questo momento con ansia perché anche nel caso dovessimo riscontrare qualcosa degno di attenzione, non dobbiamo far altro che ricorrere ad un controllo dal nostro ginecologo che nella maggior parte dei casi ci tranquillizzerà sulla natura del cambiamento che abbiamo riscontrato. Quindi prendiamo quello dell’autopalpazione come un momento di intimità con noi stesse per conoscere meglio il nostro corpo e prendercene cura.
Potete farvi consigliare dal vostro ginecologo come fare l’autopapazione, inoltre potrete trovare molte informazioni e consigli in merito su diversi siti internet dedicati alla ginecologia e alla salute. Io mi limito a riportare qui alcune semplici indicazioni, consigliandovi soprattutto di farlo spesso e con leggerezza d’animo! ;-)
Quanto si fa?
Sarebbe bene iniziarla già intorno ai vent’anni, ma dai 40 in poi diventa addirittura fondamentale. E’ buona abitudine fare l’autopalpazione una volta al mese, o almeno ogni due o tre mesi, subito dopo la fine del ciclo mestruale, quando il seno è più morbido. Farla sempre lo stesso giorno del ciclo ci permette anche di notare meglio qualsiasi tipo di cambiamento.
Prima fase: osservazione

La prima cosa da fare è mettersi davanti allo specchio a seno scoperto e osservarne attentamente le dimensioni, la simmetria, la regolarità e qualsiasi alterazione che riguardi la forma o anche la pelle, come arrossamenti o desquamazioni, oltre ad eventuali dolori e eccessiva sensibilità. E’ preferibile guardarlo da angolazioni diverse, quindi sia frontalmente allo specchio, sia di profilo, prima con le braccia lungo il corpo, poi portando le mani sui fianchi e poi con le baccia in alto.
Palpazione in posizione eretta
Stando in piedi si porta il braccio destro dietro la testa e con la mano sinistra di esamina la mammella destra e il cavo ascellare destro. I movimenti da effettuare sono di diversi tipi, sempre tenendo la mano piatta e utilizzando soprattutto le tre dita centrali: movimenti verticali che coprono l’intera area del seno, poi piccoli movimenti dall’interno all’esterno e viceversa, e infine dei piccoli massaggi circolari. Tutti i movimenti devono essere fatti sia esercitando una pressione lieve che più forte ed è importante, durante i movimenti, non staccare mai le dita dal corpo in modo da non tralasciare nessun punto. Il tutto soffermandosi soprattutto nella zona intorno al capezzolo. E’ sempre preferibile fare l’autopalpazione in un ambiente caldo.
Poi si ripetono tutti gli stessi movimenti dall’altra parte.
Palpazione in posizione supina
E’ possibile effettuare la palpazione anche stando sdraiate a pancia in su. In questo caso bisogna mettere un cuscino prima sotto la spalla destra portando la mano destra dietro la testa, e fare l’autopalpazione della mammella destra e del cavo ascellare con la mano sinistra, e poi viceversa. Il tutto con le stesse modalità della palpazione in posizione eretta.



venerdì 19 ottobre 2012

Il matrimonio che vorrei


L’ho visto, l’ho visto, l’ho visto! Ero in trepidante attesa con i popcorn in mano e finalmente è uscito “Il matrimonio che vorrei”. Ok, mettici che io adoro Meryl Streep, aggiungi che il film tratta del calo del desiderio e della terapia di coppia, ne consegue che le mie aspettative erano a mille. E quando si parte così il rischio delusione è fortissimo. Invece no, la mia reazione è più o meno questa: vorrei che tutto il mondo vedesse questo film meraviglioso! :-) In effetti era da un po’ che non andavo al cinema a Roma, e anche se non ricordo quanto avessi pagato il biglietto l’ultima volta, di certo non erano 8 euro e 20! Conviene quasi andare a teatro! Ma non divaghiamo troppo, anche perché, per fortuna, questo film valeva tutti i soldi del biglietto! ;-)
Meryl Streep è stre-pi-to-sa, Tommy Lee Jones è sconvolgente, e insieme interpretano una coppia che potrebbe essere chiunque di noi... sempre che arriviamo ai 30 anni di matrimonio.
Si parla di amore e di sesso in una coppia più che adulta e il tutto con una delicatezza e un’ironia che ti porta ad amare entrambi i personaggi anche quando in forte contrapposizione tra loro. Credo sia meraviglioso poter affrontare il tema della sessualità di una coppia di sessantenni o giù di lì. Si parla proprio della non rassegnazione. Chi l’ha detto che dopo tanti anni di matrimonio due coniugi debbano rassegnarsi a diventare una coppia di amici o di soci o di conoscenti o di conviventi? L’amore non ha età, e neanche la passione! E’ normale avere dei momenti di impasse, per mille e più motivi, ma bisogna anche avere la volontà e la forza di rialzarsi, reinvetarsi, sentirsi vivi. Sempre. Si può provare passione dopo tanti anni di matrimonio o di convivenza, e anche a qualsiasi età. La passione, la sessualità, il desiderio non sono una prerogativa della prima fase di innamoramento, basta crederci e sapersi mettere in gioco, e allora può durare per sempre. ;-)

mercoledì 17 ottobre 2012

Diario di una casalinga disperata

E’ uno di quei romanzi che divori perché non riesci a interrompere la lettura e poi, quando lo finisci, ti dispiace di averlo letto così in fretta. L’ho finito la scorsa notte e mi dispiace un po’ pensare che stasera quando andrò a letto non mi immergerò nelle parole e nella vita di Bettina Balser. Una storia scritta nel ‘67 che potrebbe essere scritta oggi perché l’inquietudine che descrive è quella che si insinua nella vita di molte donne, oggi come quarant’anni fa. Il senso di inadeguatezza. Le aspettative che arrivano dal mondo esterno, dal marito, dai figli, dai genitori, e tutta una serie di “si fa così”, “è normale così”, “fanno tutti così”. Non si può uscire dagli schemi, se non si vuole rischiare di essere derisi, emarginati, guardati con sospetto. E allora devi essere una brava moglie, una brava madre, una brava donna di casa, una donna curata, socievole, ordinata. Ma quando scatta quel click per cui non ti senti niente di tutto questo, allora crolli. Allora speri di diventare invisibile, speri ogni sera che tuo marito arrivi a casa troppo stanco per poter vedere come stai veramente, come sta la casa, e soprattutto per chiederti (o pretendere) di fare l’amore. Fare l’amore con lui, in questo tuo stato, è l’ultimo dei tuoi pensieri, ma non ti basta un rifiuto per accantonare il problema. No, perché se rifiuti poi scatta il senso di colpa. Se accetti, controvoglia, diventa una violenza che fai a te stessa ed è come se permettessi a tuo marito di metterla in atto. Sono equilibri sottili, in cui non ci sono colpe, ma dove è facile finire per incolpare tutti.
“Non stasera, sono troppo stanca” (...)
“E ti chiedi - ha detto Jonathan - perché vorrei che tu andassi da un dottore! Cristo. Ti rendi conto che siamo andati a letto solo una volta nelle ultime tre settimane? Cristo.
C’è qualcosa che ancora riesci a fare?
Mi sono girata e l’ho guardato. Jonathan ha guardato me. Sono scesa dal letto, sono entrata in bagno e mi sono preparata. Non sono completamente pazza”.
E così Bettina assolve il suo dovere coniugale, per assecondare le aspettative non solo di suo marito, ma di tutto un mondo, e di se stessa. Per sentirsi normale.
Una storia di rimorsi, rimpianti, un diario su cui sfogarsi, sedute dallo psicanalista, relazioni extraconiugali, bugie e confessioni, discussioni per cose inutili, insoddisfazione, inquietudine, e la sensazione di essere la donna sbagliata nel posto sbagliato.
Tutto affrontato con sottile ironia, con un’analisi attenta dei sentimenti e delle dinamiche psicologiche e interpersonali.
Io l’ho trovato meraviglioso. E mi sono ritrovata ad amare Bettina con tutte le sue paranoie, debolezze, insicurezza e sagacia.




martedì 16 ottobre 2012

Look anti-sesso per lui e per lei

Leggevo un articolo su look maschile anti-sesso: abiti, accessori e dettagli che causano un improvviso crollo della libido nella donna. Sembra che tra i dettagli più temuti ci siano: acconciatura con gel, sopracciglia perfette grazie a un meticoloso lavoro di pinzette, cinture con fibbie vistose, pantaloni ascellari (questi sì che sono un duro colpo!), l’intramontabile calzino bianco (da secoli deprecato da uomini e donne, ma ancora saldamente sul mercato), canottiera bianca o maglia della salute sotto alla camicia e, dulcis in fundo, scarpe a punta. Io aggiungerei senza esitazione i famigerati boxer di cui ho parlato nel post La scimmia sulle mutande.
E invece per quanto riguarda noi donne? Credo che una posizione di rilievo in classifica spetti ai gambaletti, magari color carne, vero e proprio must anti-stupro! ;-) Un altro capo non molto apprezzato potrebbero essere i mutandoni della nonna, alla Bridget Jones! Per la notte poi: pigiamone di flanella e calzettoni di lana o di spugna ucciderebbero la libido di qualsiasi marito! ;-) Altri capi che molti uomini trovano tutt’altro che seducenti sono: i pantaloni con il cavallo basso tipo quelli della foto (io ovviamente li ho! Non proprio come questi... i miei sono anche più larghi!), le ballerine, le tutone abbondanti e le salopette, la biancheria intima color carne, il reggiseno con le spalline di plastica trasparente, le polo, i pinocchietti, i vestiti larghi stile premaman (ho anche questi e ben due volte mi è capitato di essere scambiata per una donna incinta), tutti i tipi di maculato, dallo zebrato al tigrato passando per il leopardato.
Il mio primo in classifica? Sia per lui che per lei: la canottiera dentro le mutande! :-)




venerdì 12 ottobre 2012

Donne che si toccano

Avevo già parlato dell’autoerotismo femminile e delle sue implicazioni nel post II tabu della masturbazione femminile.
In questi giorni ho letto un articolo a questo proposito e in particolare si parlava dei benefici della masturbazione femminile.
Dalle ricerche risulta che le donne che si toccano hanno una sessualità più consapevole e di conseguenza appagante:
il 70% raggiunge quasi sempre l’orgasmo, sia da sola che in coppia. E’ un modo per conoscere meglio il nostro corpo, capire cosa ci provoca piacere, ci aiuta a lasciarci andare e sentirci libere di esplorare la nostra sessualità. E’ un modo per sperimentare e capire meglio i nostri gusti e le nostre preferenze. Non siamo tutte uguali, ognuna di noi proverà sensazioni diverse attraverso la stimolazione di punti differenti, in modo differente, con velocità, intensità e durata differenti. Avere la possibilità di sperimentarlo da sole su noi stesse ci permette di vivere una sessualità più appagante anche con il partner. Oltre a questo, resta comunque il piacere di darci piacere. Non deve esserci un motivo, non dobbiamo usare la masturbazione necessariamente per uno scopo o perché non abbiamo alternative, bensì l’autoerotismo puà essere semplicemente un arricchimento di una vita sessuale di coppia già di per sé appagante.
In effetti, al di là dei numeri e delle statistiche, credo che siano molte le donne che non praticano l’autoerotismo e di certo ancora meno sono coloro che ne parlano. La masturbazione femminile è ancora un tabù, ma dov’è il problema nel darsi piacere?


giovedì 11 ottobre 2012

L'orgasmo si raggiunge in palestra

Devo ammetterlo, non sono affatto una persona sportiva e non ho mai amato le palestre, ma dopo aver letto questa notizia... si è risvegliato il mio animo sportivo! :-)
Attenzione alla sconvolgente notizia: Debby Herbenick, responsabile del Center for Sexual Health Promotion dell’Indiana University, sostiene l’esistenza dell’orgasmo da palestra, ossia il piacere sessuale raggiungibile attraverso degli esercizi fisici. In effetti i risultati di un’idagine condotta su 370 donne sono piuttosto confortanti: 124 donne hanno riferito di avere avuto un vero orgasmo durante l’esercizio fisico, e altre 246 hanno rivelato di aver provato un piacere simile a quello dell’orgasmo.
Prontamente è stato anche dato un nome a questo fenomeno: “coregasm”, termine che fonde le parole “orgasm” e “core”, il complesso dei muscoli dell’addome. Sembra infatti che questi muscoli, se costantemente allenati, possano condurre al piacere sessuale, fino al raggiungimento dell’orgasmo. C’è di più: non c’è età per l’orgasmo da palestra, infatti le donne intervistate hanno un’età dai 18 ai 63 anni.
Ma a questo punto la domanda è: quali esercizi dobbiamo fare? :-) Dobbiamo concentrarci sugli addominali, ma non solo. Il 51,4% delle donne che ha avuto un vero e proprio orgasmo ha dichiarato di averlo avuto durante l’esercizio degli addominali. Il 26,5% ha invece avuto un orgasmo durante il sollevamento pesi, il 20% facendo yoga, il 15,8% con lo spinning, il 13,2% con la corsa e il 9,6% con il trekking. Durante il trekking? Non sarà pericoloso? ;-)



mercoledì 10 ottobre 2012

Ad ottobre nastro rosa

Anche quest’anno ottobre è il mese della lotta contro il tumore al seno con la “Campagna Nastro Rosa”. Durante tutto il mese sarà possibile sottoportsi a visite senologiche e controlli clinici strumentali nei 395 Punti Prevenzione LILT.
Ci saranno inoltre numerose iniziative, con monumenti illuminati di rosa e raccolte fondi in profumerie e farmacie, con la consegna gratuita di nastrini e opuscoli sulla prevenzione. Potete trovare informazioni dettagliate sul sito www.nastrorosa.it
I NUMERI
In Italia si registrano oltre 40.000 nuovi casi ogni anno: ciò significa che 1 donna su 8 riceve una diagnosi di tumore al seno. Questo non deve spaventarci, ma renderci consapevole e farci agire di conseguenza perché si tratta di una malattia sempre più curabile.
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
• Terapia ormonale sostitutiva
• Obesità
• Scarsa attività fisica
• Scarso consumo di frutta fresca e verdura
• Alcol
• Fumo
PREVENZIONE
Oltre a questo si può fare molto per vincere la malattia e limitarne le conseguenze, attraverso la diagnosi precoce, prestando attenzione agli eventuali cambiamenti della mammella, partecipando ai programmi di screening mammografico e sottoponendosi a controlli periodici.
Per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere.





martedì 9 ottobre 2012

Amo questi uomini con i tacchi a spillo

“Walk a mile in her shoes” è una manifestazione itinerante in difesa delle donne vittime di violenza, il suo scopo è quello di raccogliere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica. Centinaia di uomini sui tacchi a spillo hanno sfilato tra gli Stati Uniti e il Canada per questa causa: io la trovo un’iniziativa meravigliosa!
Questo è l’invito: “Non puoi capire veramente l’esperienza di una persona finché non hai camminato per un miglio nelle sue scarpe. Questo è il motivo per cui ti chiediamo di indossare un paio di tacchi alti e di unirti alla Campagna Nastro Bianco”.
“Un paio d’ore sui tacchi alti – ha detto l’organizzatore della campagna Todd Minerson – non può risolvere questo problema, ma se può aiutare gli uomini a capire cosa fare nella propria vita quotidiana per aiutare le proprie mogli, già è un grande risultato”.
“Walk a mile in her shoes” quest’anno è arrivata alla sua quarta edizione e io mi auguro ce ne siano ancora tantissime altre.
Evviva gli uomini che hanno voglia di mettersi nei nostri panni... e nelle nostre scarpe! ;-)



lunedì 8 ottobre 2012

L’orgasmo femminile come fantastico bonus

Nel 2005 Elisabeth Llyod, filosofa della biologia, pubblicò il saggio: “Il caso dell’orgasmo femminile. Pregiudizio nella scienza dell’evoluzione”. Da allora ha continuato i suoi studi, in base ai quali sostiene che mentre nell’uomo l’orgasmo e quindi l’eiaculazione hanno un significato evolutivo in quanto strettamente collegati alla riproduzione, al contrario l’orgasmo femminile è un prodotto secondario, privo di valore adattivo, un po’ come i capezzoli del maschio. Capisco il senso, anche se l’esempio mi fa un po’ sorridere ;-)
Questa “inutilità” a livello adattivo, spiegherebbe l’enorme variabilità della frequenza dell’orgasmo femminile, in forte contrasto con l’altissima certezza di quella maschile durante il rapporto sessuale. In parole povere: l’uomo con il rapporto sessuale raggiunge quasi sempre l’orgasmo perché serve alla riproduzione, mentre la donna lo raggiunge difficilmente perché il suo orgasmo non ha altro scopo che il piacere. Infatti moltissime donne non raggiungono mai l’orgasmo durante la copulazione, mentre quasi il 100% degli uomini lo raggiunge regolarmente.
C’è da dire, come sottolinea la stessa studiosa, che un tratto non deve essere adattivo per essere considerato importante. Per esempio tutte le arti, come la musica e la letteratura, sono fondamentali nella nostra società, nonostante abbiano effetti secondari a livello adattivo. L’autrice dunque definisce l’orgasmo femminile un “fantastico bonus”: praticamente qualcosa di inutile ma estremamente piacevole! E quindi, secondo me, tutt'altro che inutile! ;-)
Vedi anche: Penetrazione e orgasmo, Esercizi per la vagina, Alla ricerca del Punto G



giovedì 4 ottobre 2012

Sesso per mamme


E’ un dato di fatto: i neogenitori nel 90% dei casi smettono di far sesso dopo la nascita del loro bambino.
La dottoressa Renee Horowitz, direttrice del Center for Sexual Wellness del Michigan, ha spiegato che in genere dopo il parto le donne subiscono un calo del desiderio sessuale, che va fino alla perdita completa del desiderio e che dura, all’incirca, per 6-8 settimane dal parto. Questo avviene per ragioni sia di tipo fisico che psicologico, ed è assolutamente naturale.
Il problema però è che molto spesso anche dopo questo periodo si incontrano notevoli difficoltà a tornare ad una “normale” vita sessuale nella coppia.

PROBLEMI
Innanzitutto c’è molto meno tempo a disposizione perché l’arrivo di un bambino ci coinvolge e ci impegna totalmente. Di conseguenza spesso ci sentiamo sopraffatti dalla stanchezza, che ci porta ad utilizzare i pochi momenti liberi che abbiamo per riposare. C’è inoltre molta difficoltà ad avere momenti di intimità proprio perché il bambino è sempre con noi e spesso dorme nella nostra stanza. Infine, da non sottovalutare, c’è una forte componente psicologica: ai nostri occhi e agli occhi del nostro partner ora non siamo donne, bensì mamme.
CONSIGLI
Per fortuna sono tutte questioni che possiamo affrontare e risolvere, basta un po’ di volontà da parte di entrambi.
Un primo consiglio è quello di riappropriarci dei nostri spazi, e possiamo farlo per esempio trasformando la nostra camera da letto in un posto intimo per la coppia, come era prima dell’arrivo del bambino. Possiamo cercare quindi di tenere fuori da quell’unica stanza tutto ciò che riguarda il bambino, e sbizzarrirci invece con lenzuola, candele ed essenze per il nostro nido d’amore.
Un altro punto importante è quello di trovare il momento giusto. La soluzione più semplice è quella di approfittare dei momenti in cui il bambino dorme, ma spesso accade che siano gli stessi momenti in cui anche noi possiamo finalmente riposare. Se usiamo qualche accorgimento possiamo farlo anche quando il bambino sta giocando in un’altra stanza, oppure la soluzione forse migliore è quella di ritagliarci qualche ora ogni tanto in cui lo affidiamo alle cure dei nonni o di una baby sitter.
Come in ogni situazione, la chiave sta nell’affrontarla con lo spirito giusto: la ricerca di occasioni di intimità con il partner anziché essere visto come un problema può essere vissuto piuttosto come uno stimolo per la creatività e la fantasia! ;-)

(vedi anche QUANDO CALA IL DESIDERIO e IL CALO DEL DESIDERIO AL CINEMA)


mercoledì 3 ottobre 2012

Formosa e sexy!


Le donne vere, naturali, non sono quelle che vediamo in passerella, e nella maggior parte dei casi indossano una taglia superiore alla 42. E’ anche vero che molte di noi si affannano con diete, palestra, massaggi, creme e bibitoni vari per stare al passo con gli stereotipi che ci vengono propinati dai media, ma non sempre ci riescono e molte neanche ci provano. Al di là del fatto che sia giusto avere cura del proprio corpo e della propria salute fisica, direi che qualche chilo in più rispetto alle fotomodelle non faccia per niente male. Inoltre molti uomini, nonostante quello che ci raccontiamo noi, amano le donne formose. E allora perché non dovremmo amarci anche noi? Avevo già affrontato questo argomento nel post Donne che si amano

Oggi voglio proprio soffermarmi su un aspetto particolare: la lingerie sexy per donne formose. Le donne formose, anzi, noi donne formose possiamo e vogliamo essere sensuali e direi che nella maggior parte dei casi ci riusciamo anche! ;-) Perciò credo sia meraviglioso che si stiano sempre più diffondendo linee di biancheria intima dedicate alle donne che hanno più di una 42, e magari più di una 2^ di reggiseno... con nostro grande orgoglio! In effetti l’aspetto migliore di quando si mette su qualche chilo è vedere aumentare anche il seno... queste sì che sono soddisfazioni! ;-)
Ci sono importanti
marche di intimo, come la Lovable e Triumph che già da anni hanno collezioni per donne più formose. Inoltre ormai in quasi tutti i sexy shop e nelle boutique di sexy lingerie c’è un’intera linea dedicata, con completini, babydoll, tanga, culotte, body, giarrettiere e guepierre dei tessuti e modelli più disparati, dal classico pizzo nero, al raso, al maculato, il tutto per donne... formose e sexy!




martedì 2 ottobre 2012

E’ nata una star... del porno!

Come reagireste scoprendo che un vostro familiare è il protagonista di un film porno? Credo molto dipenda da quale familiare! ;-)
Prendo spunto da “E’ nata una star?”, il film in cui Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo interpretano il ruolo dei genitori di un diciannovenne che scoprono essere il protagonista di un film porno. Ebbene sì, con loro grande stupore apprendono che il figlio è un attore molto ben dotato... e non si riferiscono alle sue doti artistiche!
Dunque, il film è tratto da un racconto breve di Nick Hornby, ma almeno per quanto riguarda la versione cinematografica, non l’ho trovato esaltante.
Gusti personali a parte, è interessante vedere come vengono affrontate le dinamiche psicologiche legate alla scoperta di questo talento in famiglia! ;-)
Si passa dallo stupore iniziale, alla
rabbia,
imbarazzo, rifiuto, passando attraverso l’incredulità e la curiosità.
In effetti il mondo del porno è appunto un mondo! E’ una di quelle realtà così tanto diffuse, ma intorno a cui ruotano giudizi di netto rifiuto e negazione. Quando sentiamo parlare di film porno ci affrettiamo a mostrarci disgustati, perché noi certe cose non le guardiamo. Ma allora chi le guarda? :-) Vengono sfornate continuamente valanghe di film porno e sono sempre al top nelle vendite, nel noleggio, nella visione su web. Perché così tanta gente è interessata, direi proprio appassionata, e allo stesso tempo se ne vergogna? Evidentemente risulta molto difficile ammettere di provare piacere attraverso la pornografia, perché è vista come qualcosa di sporco e si ha paura del giudizio degli altri. Ma gli altri chi sono? Probabilmente altri spettatori di film porno! ;-) E allora via con l’ennesima finzione della “persona perbene”. Ci si può chiedere piuttosto come mai il porno sia sempre così tanto popolare. Forse a volte può essere adottato come rimedio (in ausilio o in sostituzione) per una vita sessuale insoddisfacente o inesistente. Oppure può essere un qualcosa in più, per giocare insieme, e aggiungere qualcosa di diverso alla vita sessuale di coppia, magari già appagata sessualmente, ma desiderosa di giocare in modo diverso. Credo che la maggioranza degli utenti faccia parte della prima ipotesi! ;-) Ma in entrambi i casi non ci trovo niente di male... voi che ne pensate?


lunedì 1 ottobre 2012

Finalmente potete scrivermi! E intanto ne approfitto per dirvi qualcosa in più ;-)

Ogni giorno mi arrivano idee e spunti per il blog da una miriade di fonti: articoli di giornali, film, libri, trasmissioni televisive, notizie, riviste e soprattutto... persone! ;-) In effetti oltre a voler leggere quello che scrivo, molte persone hanno anche molto da dire e non sempre i commenti sul blog sono il mezzo migliore. Così parlando di persona, o tramite messaggi su Facebook o tramite mail, molte persone amano darmi opinioni sul mio blog, ma anche suggerimenti ed idee. Oltre ovviamente a qualche critica, ma per quelle non mi posso lamentare, anzi, pensavo molto peggio! Quando ho avuto l’idea di aprire questo blog ero elettrizzata al pensiero di iniziare questa nuova avventura. Un attimo dopo ho pensato che fosse un po’ (troppo?) audace come progetto, così mi sono fermata, ma solo per un secondo, perché mi piaceva troppo! Perciò ho fatto un bel respiro ed ho detto: “Si parte!” ;-) E così ho iniziato e devo dire che si sta rivelando sempre più interessante. E’ un bell’impegno, ma è talmente appassionante che non riesco a smettere! Ho tanto da dire e tanta voglia di condividere idee, pensieri, emozioni ed esperienze. E’ anche un po’ faticoso dal punto di vista psicologico, perché non è certo un progetto dai facili consensi. Però devo dire che sto trovando tante persone che lo apprezzano e che mi seguono, e questo è meraviglioso! Io sono talmente lanciata che scriverei anche solo per me stessa... ma avere il riscontro di altre persone è sicuramente emozionante. Dunque riprendo il filo del discorso perché mi stavo quasi perdendo! Ho aperto un account di posta elettronica così chiunque vorrà potrà scrivermi. Magari volete suggerirmi un argomento da trattare, piuttosto che un sondaggio da fare. Oppure avete qualcosa da raccontare. A me piacerebbe anche iniziare a fare delle interviste o raccontare delle esperienze personali: nel caso vi interessasse potremmo sempre decidere di riportarle poi in modo anonimo. Insomma, io sono qui e continuerò a scrivere... la novità è che se avete qualcosa da dirmi ora c’è questa:



La magia delle candele

Le candele rientrano nella categoria delle piccole cose (pressoché inutili) che io adoro! ;-)
Le trovo avvolgenti, poetiche... non a caso la “cena a lume di candela” è l’espressione usata per descrivere l’atmosfera romantica per antonomasia. In effetti la sua luce fioca, un po’ tremolante, di colore caldo è veramente qualcosa di ineguagliabile.
E non mi limiterei solo al classico candelabro messo al centro della tavola per un’intima cenetta tête-à-tête... che comunque ha un fascino intramontabile (che romanticona!). Che ve ne pare piuttosto di un bel bagno in due in una vasca circondata di candele profumate? Direi che l’atmosfera si fa interessante, no? ;-) Anche in camera da letto le candele hanno sicuramente il loro perché, e a proposito di candele profumate, si può giocare un po’ con le fragranze e con i colori. Basta scegliere il gusto che preferiamo e che piace al nostro partner. Le candele in genere hanno profumi piuttosto delicati, quindi è difficile che diano fastidio, basta magari avere l’accortezza di non mescolare fragranze troppo diverse tra loro. Per esempio si possono scegliere candele di diversi aromi, ma tutti fruttati o tutti speziati o floreali.
La luce della candela, essendo molto tenue, oltre a creare un’atmosfera romantica può aiutare dal punto di vista psicologico a sentirsi maggiormanete a proprio agio e meno in imbarazzo: sicuramente il vedo-non-vedo che si crea può risultare più confortante di una luce al neon! ;-)