martedì 31 dicembre 2013

Buon anno e buoni propositi ;-)

L’inizio di un nuovo anno è un po’ come un grande lunedì: non si bada a spese per i buoni propositi. Mi metterò a dieta per perdere i chili presi lo scorso anno e soprattutto durante le feste, mi iscriverò in palestra, andrò a correre, farò yoga, pilates, step, spinning, gag, cip e ciop e trallallà. Diciamo che l’errore fondamentale consiste nel riproporsi di fare qualcosa che noi vediamo come una sofferenza, una forzatura, quasi una piccola tortura. Non è vero che per farci del bene dobbiamo farci del male, è proprio qui il nocciolo della questione. Non starò qui ad annoiarvi con i meccanismi e dinamiche psicologiche che stanno dietro alle diete, soprattutto quelle fai da te dell’ultimo minuto, anche perché l’inefficacia, almeno a lungo termine, è ben visibile a molti. Quello che si può fare è trovare, tra le mille attività che implicano movimento, quella che più ci diverte: può essere il ballo, le passeggiate, la bicicletta, l’importante è che sia qualcosa che facciamo volentieri e il nostro impegno a questo punto potrebbe essere semplicemente quello di dedicarle più tempo. Lo stesso vale per il cibo: il cibo può essere una gratificazione, un momento piacevole da vivere da soli o da condividere con altre persone, per questo è bene dedicargli tempo e cura, e cucinare e mangiare bene non significa necessariamente dover mangiare cibi grassi, pesanti e troppo abbondanti. In questo modo ci prendiamo cura di noi e del nostro corpo, coccolandolo e gratificandolo con attività e alimenti che ci piacciono e ci fanno stare bene. E’ sempre difficile trovare il giusto equilibrio tra l’ossessione della linea e il lasciarsi troppo andare, ma è importante per noi, forse questo è il vero proposito che dovremmo farci: prenderci cura di noi. Ho parlato tante volte di quanto sia importante, soprattutto per una donna, accettare il proprio corpo: moltissimi problemi psicologici sono legati a questo e noi possiamo fare davvero tanto per ricreare e mantenere quell’armonia che può diventare parte di noi e del nostro modo di essere. Cosa c’entra tutto questo con la sessualità? C’entra tantissimo! Sentirsi belle e a proprio agio con il proprio corpo e con la propria nudità è il primo passo per avere una vita sessuale appagante, gioiosa e spontanea. Buon anno :-)


lunedì 23 dicembre 2013

Le donne e i drammi del Natale

Ci sono alcuni aspetti del Natale che ci risparmieremmo davvero volentieri e che ci fanno venire voglia di saltare direttamente al 7 gennaio.
1) Ritrovarsi a pranzo con parenti di settantesimo grado che ti chiedono: Non ce l’hai il fidanzato?!? Quando ti sposi? Quando fai un bambino? Quando fai un altro bambino? (Quando ti fai i fatti tuoi?)
2) Persone che ti vedono dopo tanto tempo e ti chiedono: sei un po’ ingrassata?
3) Nonne e zie che ti rimpinzano di cibo (in combutta con quelli che ti hanno detto che sei ingrassata) e se rifiuti qualcosa non pensano che sia normale essere sazi alla diciottesima portata, ma anzi lo prendono come un affronto personale: “Non hai mangiato niente! Non ti piace?”. E da quel momento, per tutta la giornata, continueranno a cantilenare che tu non hai mangiato nulla.
4) Riuscire a fare una faccia soddisfatta e gioiosa mentre si pensa: “Ma come diavolo gli è venuto in mente di regalarmi un portacellulare da automobile se non ho neanche un’automobile?”
5) Ricevere inviti a cene di Natale a bruciapelo, quando meno te lo aspetti… pensavi di averle sistemate tutte, abbassi un attimo la guardia e ti ritrovi ad accettare l’invito alla cena di Natale dei tuoi ex compagni di classe della terza elementare che si sono ritrovati in un gruppo su Facebook
6) I sensi di colpa e i drammi esistenziali associati ad ogni morso di torrone al cioccolato o panettone farcito: “Appena finite le feste mi metto a dieta e mi iscrivo in palestra”, aggravati dal peso della consapevolezza che non lo farai mai.
7) Essere eletta, in quanto donna, ad assoluta e incontrastata regina dei regali, che in parole povere significa: dover pensare, per tutta la famiglia, a chi fare un regalo, decidere cosa fare, acquistarlo, impacchettarlo, consegnarlo perché “tu sei brava in queste cose”.
8) Bruciare in un attimo la soddisfazione di aver portato a compimento l’impresa regali, accorgendoti che in quello di tua suocera, pagato nove euro e novanta in liquidazione, avevi dimenticato di togliere il prezzo.
Buon Natale amiche :-)


lunedì 16 dicembre 2013

Decidi tu o obbedisci ai dettami?

Ho già parlato più volte di quanto sia importante saper accettare e amare il proprio corpo, e della profonda differenza tra la scelta di renderlo motivo di orgoglio, al di là delle singole caratteristiche fisiche, o al contrario sottostare ai dettami della “società” modificandolo e camuffandolo.
Tra le pagine di questo libro (“Le vostre zone erronee” di Wayne W.Dyer) ho trovato le giuste parole per esprimere questo concetto che mi sta così tanto a cuore.

“Non tanto hai un bel corpo, quanto sei il tuo corpo: se non ti piace, significa che non ti accetti come essere umano.
Forse non ti piacciono alcuni dei tuoi attributi fisici. (...) Le parti che disapprovi e intorno alle quali non si può far nulla (gambe troppo lunghe, occhi troppo ravvicinati, seni troppo piccoli o troppo grossi) possono essere viste sotto una nuova luce. Niente è mai troppo qualcosa (...). Il fatto è che ti sei appropriato della definizione di bellezza che ne ha dato la società contemporanea.
Non permettere che altri decidano che cosa deve essere bello per te. Deciditi ad apprezzare il tuo fisico, riconoscine il valore e dichiaralo attraente per te; respingi ogni paragone con altri e ogni opinione altrui. Puoi decidere tu ciò che è gradevole all’occhio e relegare nel passato il fatto che non ti accettavi.
(...) Molte donne hanno accettato i “dispacci” culturali e, per quanto concerne il loro corpo, ubbidiscono ai dettami.
(...) Tutto ciò implica che vi è qualcosa di sgradevole nel naturale di una donna, nel suo essere umana, e che si può diventare attraenti soltanto divenendo artificiali. E l’aspetto più triste della faccenda è che il prodotto finale è una donna fraudolenta che si sostituisce alla naturale, senza peraltro cessare di portarsela dietro quasi tutta la vita. La donna viene incoraggiata a rifiutare la bella donna che è. (...) Si può smettere di nascondere la propria bella persona naturale. La decisione di ricorrere ai cosmetici si baserà allora su ragioni di novità e di soddisfazione personale, non sul fatto che non piace ciò che si sta coprendo. Essere oneste con se stesse in questo campo non è facile, e ci vuole tempo per imparare a distinguere quello che piace da quello che la pubblicità dice che dovrebbe piacere.

Altri post sull’argomento:
Donne e soldatini
Abbasso la prova costume
Con quali occhi ci guardiamo
Una persona speciale


domenica 15 dicembre 2013

La ragazza del sexy shop: una testimonianza molto interessante!

Ho avuto la fortuna di conoscere una ragazza che gestisce un sexy shop, la quale non solo è stata così gentile da rispondere alle mie domande, ma ha espresso perfettamente quello che è il senso del mio blog e la mia idea del sesso come gioco e superamento di tanti tabù.
Ho cercato, in questa breve intervista, di porle domande che potessero togliere qualche curiosità comune un po’ a tutti, sia a chi frequenta i sexy shop e sia a chi non ne ha mai visitato uno.

- Come è nata l'idea di lavorare in un sexy shop?
L'idea di aprire un sexy shop è nata per caso, quasi scherzando, visto che nella mia zona prima di me non ne esisteva uno, mi sono detta, o la mia incoscienza da 23enne mi ha suggerito: "Perché no?? Io ci provo ".

- Pensi che per una donna sia più difficile fare questo lavoro?
Sì, assolutamente sì. E' difficile perchè la prima associazione di idee che viene in mente alle persone è: sexy shop - ragazza o donna - troia. Quindi partendo da questo pregiudizio, credono che sia tutto lecito. Lecito fare battute sulla mia persona, lecito fare battute di cattivo gusto se uso o meno gli articoli che vendo, lecito pensare che io sia qui per soddisfare le loro fantasia o lecito pensare che basta entrare in negozio per farsi una scopata (passami il termine).
Puoi capire quanto sia complicato e pesante sopportare, ignorare, smentire, far capire la differenza tra me, che vendo articoli erotici e una ragazza che fa il vecchio mestiere, a questa tipologia di gente.

- A parte questi problemi, il tuo lavoro ti piace? Per fortuna c'è anche tanta gente che non si comporta in questo modo e che al contrario apprezza la mia serietà, professionalità e competenza. In quei momenti, mi piace il mio lavoro perché so che grazie agli articoli che vendo, insieme a qualche suggerimento, aiuto e contribuisco a far stare meglio le persone, le coppie, gli uomini soli e le donne sole nella sfera più intima e appagante che madre natura ci ha donato: la sessualità.

- Capita che i tuoi clienti si vergognino dei loro acquisti? Magari usano delle scuse?
Qui c'è da fare una distinzione tra uomo e donna, in quanto la donna è molto più decisa e non cerca di trovare molte giustificazioni sul perché della sua scelta di comprare un sex toy, mentre per l'uomo i suoi acquisti sono sempre dei  "regali " ad amici, parenti, conoscenti, vicini di casa...
Credo che in parte sia dovuto alla mia persona in quanto donna, perché capisco che per un uomo sia più imbarazzante parlare di "certe cose" con una donna, ma mi chiedo: non sarebbe più semplice non trovare nessuna giustificazione con me ma essere sereni nel comprarsi un regalo per se stessi?

- C’è qualcosa che vorresti che dire per far capire meglio il senso del tuo lavoro? Quando mi hai chiesto se sarei stata disposta a rispondere alle tue domande, il primo pensiero che ho avuto è stato quello di cogliere questa opportunità per far passare un messaggio che a me sta molto a cuore, ovvero: gente, liberatevi dai pregiudizi e dal tabù che il sesso sia una cosa sporca, per pervertiti, che chi utilizza sex toys ha problemi di erezione o sia ninfomane. Imparate ad amarvi di più e ad amare di più chi sta con voi, regalandovi e regalando attimi di piacere fisico e cerebrale. Prestate attenzione ai dettagli e giocate, giocate, giocate. I bambini sono così felici quando giocano, perché privarsi una volta cresciuti di questa sensazione??

- Penso che questo messaggio sia davvero la perfetta sintesi di quello che voglio dire con il mio blog. Grazie :-)