giovedì 30 gennaio 2014

Diario di una ninfomane

"La ninfomania: un'invenzione degli uomini perché le donne si sentano colpevoli se fuori dalla norma. Ognuno è come è, tutto qui: non rinunciare mai a qualcosa che desideri veramente, Valérie, perché poi te ne pentiresti, credimi. A mio parere il tuo problema è che non osi vivere la tua vita. Vuoi un consiglio? Approfitta della vita più che puoi".
Da quando ho sentito queste parole non me le sono più tolte dalla testa. In queste frasi c'è tutto: il senso di colpa, il maschilismo, il pudore, la rinuncia, il giudizio degli altri, il saper vivere la propria vita a proprio modo, seguendo ciò che amiamo e ciò che ci fa stare bene.
I primi a dover decidere se valga la pena fare qualcosa siamo noi stessi, siamo noi i primi a cui dover rendere conto delle nostre decisioni. Questo non vuol dire fare tutto quello che ci passa per la testa senza preoccuparci delle conseguenze, ma ponderare e decidere secondo i nostri princìpi, i nostri desideri, la nostra personalissima morale, non quella degli altri. Gli altri passano, il loro giudizio possiamo e dobbiamo gettarcelo dietro le spalle se siamo veramente convinti che stiamo seguendo i nostri sogni, le nostre inclinazioni, il nostro piacere. 
Amare noi stessi vuol dire anche fare ciò che ci fa stare bene. Non credo che avremo altre vite a disposizione, o forse sì, ma per sicurezza approfittiamo di quella che abbiamo ora, più che possiamo ;-)

(NB: "Valérie - Diario di una ninfomane" è un film tratto dall'omonimo romanzo di Valérie Tasso)



3 commenti:

  1. mi piace......
    ma poi in base a quali parametri una è ninfomane? chi li ha stabiliti? forse qualche uomo frustrato.... a tutto c'è un limite ok ma... certi limiti sono troppo bassi ..... per una donna che ha voglia di "osare vivere"
    Mara

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  2. Già, certi limiti sono troppo bassi... e spesso seguirli non fa altro che generare rimpianti

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  3. Ma che limiti! Non ci sono limiti per il piacere, né vincoli! Il giorno che andremo oltre i limiti ci sarà la rivoluzione!
    D.

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