domenica 26 agosto 2012

Calva & sexy, e l'arte di non arrendersi mai


Alice Hurel oggi ha 19 anni, e fino a 15 anni aveva una folta chioma di capelli ricci. Ha iniziato a lavorare come modella proprio posando per cataloghi di prodotti per parrucchieri e per l’acconciatura. 
Poi è cambiato tutto: a causa di una malattia ha perso tutti i capelli, ma non si è arresa! Così ha ripreso a fare la modella, posando e sfilando senza capelli e senza vergogna. Non ha smesso di sentirsi femminile, sexy.
La
sensualità è dentro di noi, e possiamo tirarla fuori sempre e nonostante tutto. L’unico requisito indispensabile è la nostra volontà. Se ne siamo convinte noi, allora lo dimostreremo anche agli altri. 
Non sono i capelli, né qualche chilo di troppo, né l’acne, né le rughe a determinare quanto e se possiamo essere femminili e sensuali. La femminilità può essere in un gesto, un modo di muoversi, di parlare, di vestirsi, di truccarsi. Non deve essere vissuta come un problema, né come una maschera, dobbiamo solo scoprire, o riscoprire, la nostra parte femminile.  C'è chi si sente a proprio agio calzando un tacco 12, e chi si sentirebbe talmente instabile da risultare buffa piuttosto che sexy.  Ma ognuna di noi ha il proprio lato sensuale, che sarà differente da quello di chiunque altra, e che per questo ci rende uniche. Non dobbiamo far altro che scoprirlo, accettarlo, valorizzarlo. L’ammissione della nostra femminilità ci aiuta a riconoscerci come donne, nell’accezione più ampia
Essere femminili, seducenti, non significa essere superficiali, non avere carattere, non essere intelligenti. Tutt’altro. E’ una parte di noi, e valorizzarla ci aiuta a vivere il nostro corpo, la nostra sessualità, la vita di coppia, l’approccio con l’universo maschile in modo diverso, più completo. Siamo donne sempre. Anche quando siamo pallide, anche quando siamo tristi, anche quando spuntano le prime rughe. Dobbiamo essere orgogliose di noi, del nostro corpo, che ci ospita da sempre. Avevo già affrontato l’argomento nel post Donne che si amano e leggere l’articolo sulla meravigliosa Alice Hurel mi ha fatto sentire l’esigenza di parlarne ancora, da un’altra angolazione.
C’è un esercizio che possiamo fare: prendiamo carta e penna, e partendo dall’alto verso il basso, elenchiamo tutte le parti che ci piacciono di noi e il motivo per cui ci piacciono. I capelli perché sono lunghi, gli occhi perché sono grandi o espressivi, le spalle perché sono dritte, o qualunque altra parte o aspetto che ci piaccia di noi.  Impariamo ad essere grate per questi aspetti e a valorizzarli.  E non smettiamo mai di amarci, neanche quando siamo malate o quando ci accorgiamo di esserci trascurate. Vogliamoci bene sempre, anche dopo un’abbuffata, perché siamo sempre noi e possiamo sempre tirare fuori il meglio di noi stesse.

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